angilettiGIACOMO ANGILETTI, nato a Caltagirone (Catania) nel 1948, dopo gli studi commerciali si dedica in modo amatoriale alla musica e alla pittura.

Nel 1976, inizia un corso di studi sotto la guida del maestro Giovanni Di Natale, e sviluppa ulteriormente l’interesse verso la pittura, passione latente fino all’infanzia.

Negli anni successivi continua da autodidatta, dedicandosi ai vari “generi” dell’arte figurativa, con particolare attenzione al paesaggio, alla figura e alla natura morta.Dopo un lungo periodo di ricerca, durato quasi dieci anni, inizia a partecipare ad alcune collettive, riscuotendo successi di critica e di pubblico.

Giacomo Angiletti è un pittore con una predisposizione, immediata e quasi istintiva, a cogliere e a rappresentare – prima e al di qua di ogni mediazione intellettuale o di scuola – le molteplici sfaccettature del reale; da qui la scelta formale, volontariamente “retrò”, che rifiutando qualsiasi ricerca artistica tesa ad alterare il reale o ad astrarsi da esso, rimane figurativamente fedele alla concretezza delle cose, alla certezza della loro intatta rappresentabilità. La lettura della realtà che il pittore traduce nei suoi quadri può però sorprendere: si scivola nella dolcezza ovattata di una perduta condizione umana che sembra appartenere più alla memoria che alla vita, può risalire dal passato che convivere dal presente, a quel mondo di sentimenti e di valori, elementari ma autentici, che, anche se parzialmente, ancora sopravvive nella remota e chiusa provincia siciliana.

I paesaggi, i muri sbrecciati, le case e i ritratti dei suoi oli e dei suoi pastelli, sempre avvolti in una silenziosità dolorosa, sono motivati da una tensione lirica che tende a cogliere la bellezza nell’attimo in cui sta per scomparire, per un istante ancora astratta, attraverso la malinconica densità cromatica di Angiletti, alle lacerazioni di un tempo accerchiato da nevrosi e consumismo, da mass – media e allarmi nucleari…